STORIA DELLA SICILIA

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Da almeno ventotto secoli si affollarono sulle coste della Sicilia, ombelico del mondo civile, al centro del mediterraneo, popoli dalle culture più diverse “come rane attorno ad uno stagno” secondo le parole di Platone. Secoli di tumultuosi avvenimenti vi hanno creato una collezione di monumenti che non ha eguali. Dovuta ad una lunga successione di popoli diversi: essa ha avuto nella sua storia ben tredici dominazioni, dai Fenici-Cartaginesi ai Greci, dai Romani ai Babilonesi, dagli Arabi ai Normanni, dagli Svevi agli Angioini, dagli Aragonesi agli Spagnoli, dai Sabaudi agli Austriaci e ai Borboni; e pur trattandosi di dominazioni venute dall’est  e dall’ovest, e perfino dal nord, i Siciliani non si sono fatti mai assimilare da alcuna di esse, mentre hanno accolto da esse apporti culturali e linguistici, senza mai perdere i loro tre caratteri distintivi di popolo, costituiti, come già notò Cicerone nel 1° secolo a.C. dall’intelligenza, dalla diffidenza e dall’umorismo. E che essi fossero un popolo autonomamente costituito, è dimostrato dal fatto che già nel VII sec a.C. essi adoperavano un loro simbolo unitario - una testa di donna, circondata da tre gambe (che si trova al Museo Archeologico Regionale di Agrigento);

Queste trasmigrazioni di popoli possano considerarsi responsabili di quelle molteplicità di culture che segna ancora oggi la vita materiale e spirituale dell’isola. Nessun’altra isola ha mai avuto una parte cosi rilevante nel corso della storia. Un’isola relativamente piccola, paragonate ad altre, altrettanto famose: la Sicilia  è infatti meno della metà dell’Irlanda, meno di un quarto rispetto a Cuba. Se ciò malgrado ha avuto un ruolo cosi importante nella storia, la ragione è dovuta principalmente alla sua favorevole posizione geografica: al centro del Mediterraneo,  che per secoli fu il crocevia e punto d’incontro fra l’Europa e l’Africa, fra Oriente e Occidente. Vediamo adesso le tappe più importanti della storia siciliana:

ETA' PALEOLITICA

   

L'uomo è apparso in Sicilia nel corso del paleolitico, circa un milione di anni fa. Omero nel IX e X libro dell'Odissea  racconta dei Ciclopi, giganti con un solo occhio, e dei Lestrìgoni, antropofagi abitatori del territorio dell'odierna Lentini.

Aldilà dei miti, i primi abitatori certi, organizzati in comunità furono i Sicani, una popolazione che viveva prevalentemente d' agricoltura. Vi sono infatti numerose testimonianze di reperti archeologici, che vanno dagli insediamenti urbani ai singoli manufatti di uso domestico

La  presenza dell’uomo nell’isola è attestata dai graffiti della grotta dell’ Addura ( Monte Pellegrino).

 

MESOLITICO

   

Di questa età sono famosi i rinvenimenti archeologici di Pachino e di Novara di Sicilia.

 

NEOLITICO

   

Nella regione, abitata dai Sicani, si sviluppa la civiltà detta di   “Stentiello”.

Queste popolazioni lavoravano l'ossidiana, roccia vetrosa che si trova nell'isola di Lipari, che viene commercializzata prima nelle zone costiere dell'isola e successivamente attraverso una vera e propria "via dell'ossidiana" nel Mediterraneo.

In Questo periodo comincia la lavorazione dei metalli.

Nell'età' del bronzo si intensificano numerosi rapporti con popoli del bacino mediterraneo specialmente orientale.

 

 

1000 a.C. 

 

I Siculi passano dalla penisola in Sicilia sospingendo i Sicani nella parte sud-occidentale dell’isola. L’estrema punta occidentale è abitata dagli Elimi.

 

  VIII Sec a.C.  

Iniziano le immigrazioni di nuove popolazioni dalla penisola che prendono il sopravvento sulle civiltà locali.

Nella Sicilia orientale, passando lo Stretto di Messina, penetrano i Siculi e si stanziano dapprima nelle zone costiere, per spingersi successivamente verso l'interno.

Nella parte occidentale dell'Isola si stanziano gli Elimi, forse provenienti dall'attuale Turchia.

 

Periodo Greco

750-730 a.C.  

L'isola diviene un punto di riferimento per i popoli navigatori che provengono da varie aree del Mediterraneo.

Coloni dori fondano Megara Iblea ( 750 a.C. ); Calcidesi e Ionici fondano Nasso ( 734 a.C.) e, più tardi, Catania e Lentini (728 a.C.). Ai Corinzi si deve la fondazione di Siracusa (733 a.C.), a Cumani e Calcidesi quella di Zancle (Messina). Nel 730 a.C.

Una raffinata civiltà è portata sulla costa ionica:si apre un'epoca durante la quale la civiltà greco-sicula perviene a eccezionali livelli di progresso e di arte, ricordata come la civiltà della Magna Grecia.

 

Periodo Fenicio

700 a.C.

 

Nella Sicilia occidentale giungono i Fenici, i quali fondano strutture urbane legate ai propri traffici commerciali:Motia, Solunto e Palermo divengono importanti centri di scambi. Dopo la fondazione di Cartagine (ubicata sulla costa africana) gli stanziamenti abitativi in Sicilia, si trasformano in vere occupazioni militari.

 

 

716 a.C.

 

Coloni zanclei fondano Mylae  (Milazzo) e Imera (648 a.C.)

 

 

688 a.C.

 

Rodii e Cretesi fondano Gela sulla costa meridionale, che a sua volta fonda Agrigento (582), ultima delle grandi colonie.

 

 

627 a.C.

 

Coloni megaresi, guidati da Pammilo, fondano Selinunte

 

 

580 a.C.

 

Gli abitanti di Gela fondano Agrigento, che diviene ben presto un centro ricco e prosperoso. Coloni cnidi, condotti da Pentatlo, tentano invano d’insediarsi sul capo Lilibeo, cacciando i Fenici. Una parte di essi si stabilisce poi a Lipari.

 

 

510 a.C.

 

Dorieo, figlio del re di Sparta Anassandrida, tenta inutilmente di cacciare i Fenici dall’estremità’ occidentale della Sicilia

 

 

491 a.C.

 

Il greco Anàssila di Messene, proveniente da Reggio Calabria, si impossessa di Zancle e cambia il nome in Messene.

 

 

484 a .C

 

Gelone, figlio di Dinomene, diventa tiranno di Siracusa, alla quale assicura il predominio in Sicilia

 

 

480 a.C.

 

Fino al III° secolo a.C. si combatte per l'indipendenza delle nuove colonie sia dalla Grecia che dai Cartaginesi insediati sulle coste occidentali. Si alternano alleanze per il dominio del territorio, che originano varie tirannidi.

Emerge la potenza della città di Siracusa, governata dai Dinomenidi.Nel Corso dell'anno 480 Gelone di Siracusa, alleatosi con Terone di Agrigento, sconfigge i Cartaginesi davanti alle mura di Imera( l'odierna Termini Imerese).

 

 

474 a.C.

 

Gerone succeduto al fratello Gelone batte gli etruschi nella battaglia navale di Cuma e ne ferma l'espansione verso l'Italia meridionale.

 

 

465 a.C.

 

La caduta dei Diomenidi e l'insurrezione dei Siculi capitanati da Ducezio, compromettono un processo di unificazione che sembrava stesse avvicinandosi.

 

 

427 a.C.

 

La concorrenza delle comunità cittadine agli interessi consolidati dei Greci e dei Cartaginesi porta a lunghi conflitti. Nel corso della guerra del Peloponneso Atene interviene in Sicilia, suscitando la reazione dei Sicelioti (cosi sono chiamati i Greci di Sicilia), fino alla grande spedizione del 415-413. I Sicelioti respingono l'invasione soprattutto per la presenza di Siracusa, invano assediata per due anni.

 

 

415 a.C.

 

Gli Ateniesi sono battuti da Siracusa

 

 

409 a.C.

 

I Cartaginesi scatenano una nuova offensiva contro le città greche in Sicilia: Imera e Selinunte sono distrutte nel 408 a.C., Agrigento nel 406 a.C.

 

 

405 a.C.

 

I Cartaginesi approfittando della situazione, distruggono Agrigento, Gela e Camarina e arrivano a minacciare la stessa Siracusa. Tuttavia il generale Dionisio ferma i Cartaginesi e diviene Tiranno della città (405-367)

 

 

367 a.C.

 

Dionisio II succede al padre, ma è coinvolto in congiure e rivolte e deve cedere il trono a Timoleone che nel 345 è inviato da Corinto su richiesta degli stessi siracusani del gruppo conservatore. Il nuovo sovrano respinge i Cartaginesi negli originari confini dell'Alico e riforma la costituzione della città.

 

 

336 a.C.

 

Alla morte di Timoleone, seguono ancora dissidi politici e si impone la dittatura di Agàtocle (316-289), che lotta senza tregua i Cartaginesi fino a portare la guerra contro Cartagine direttamente sulla costa africana.

 

  278-276 a.C.  

Alla morte di Agàtocle gli abitanti di Siracusa invitano Pirro, re dell’Epiro,in loro difesa, il quale giunge in Sicilia e caccia i Cartaginesi da tutta l’isola tranne che da Lilibeo. Tuttavia i successi ottenuti non gli evitano la disfatta conclusiva per opera di Roma nel 275.

 

Periodo Romano

262 a.C.

 

Il tiranno di Siracusa, Gerone II, entra in conflitto con i Mamertini, popolazione che vive a Messina e dintorni, i quali chiamano in soccorso i Romani. Scoppia così la cosiddetta Guerra punica, fra i Romani (che, attraverso una serie di vittorie, estendono la propria presenza, di fatto occupando l'isola) e i Cartaginesi, che occupavano la Sicilia occidentale.

 

I Guerra Punica

260 a.C.

 

Nel corso della prima guerra punica i Romani sconfiggono i Cartaginesi in mare (nel 262 a.C.) a Milazzo e, nel 260 distruggono la flotta punica   presso Marettimo.

 

 

241 a.C.

 

Al termine della prima guerra punica, la Sicilia passa sotto il dominio di Roma. Rimane indipendente solo  il regno di Siracusa.

 

 

215 a.C.

 

Muore Gerone II, tiranno di Siracusa e gli succede il giovane Geronimo, che viene detronizzato nel giro di pochi mesi.Cio' determina un' accostamento  politico di Siracusa ai Cartaginesi.

 

II Guerra Punica

212 a.C.

 

Il console M. Claudio Marcello espugna Siracusa, ( 212 a.C. alla cui difesa contribuisce Archimede con le sue invenzioni) e Agrigento (210 a.C.). La Sicilia diventa “provincia” romana.Così si conclude la seconda guerra punica.

 

 

136 a.C.

 

Scoppia a Enna la prima rivolta degli schiavi contro i Romani.Poichè al termine della guerra le condizioni della Sicilia sono peggiorate:il latifondo si estende per gran parte dell'isola. Esplodono due rivolte servili a stento domate, con rivendicazioni di carattere sociale ed aspirazione autonomista:quella di Euno (Enna 136-131) e quella di Salvio (104-100).

 

 

43 a.C.

 

L'occupazione romana si consolida. La Sicilia ottiene da Cesare la concessione del diritto Latino e da Antonio la piena cittadinanza romana.

 

 

36 a.C.

 

Sesto Pompeo occupa l’isola e arma una grande flotta per combattere contro Ottaviano. Ottaviano a sua volta sconfitto Pompeo estende definitivamente il possesso dell'isola.

 

 

280

 

La Sicilia è scossa dall'invasione di orde barbariche:si inizia con la presenza dei Franchi.

 

 

439 d.C.

 

Sbarca in Sicilia  con le sue truppe Genserico  re dei Vandali il quale  invadono parte della Sicilia,più tardi passerà a Odoacre re degli Sciri (476).

Successivamente segue un periodo caratterizzato dalla influenza degli Ostrogoti.

 

Periodo Bizantino

535 d.C.

 

Belisario, generale bizantino conquista l’isola. L'isola diviene provincia di Bisanzio con capitale Siracusa.

Le condizioni dell'isola si aggravano, anche a causa di numerose scorrerie arabe.

 

 

633 d.C.

 

L’imperatore d’Oriente Flavio Eraclio Costante II trasferisce la sua corte da Costantinopoli a Siracusa .A causa di una congiura di palazzo, viene assassinato nel 668, l'anno successivo, suo figlio Costantino IV Pogonato (688-665) riporta a Bisanzio la capitale dell'impero bizantino e Siracusa torna ad essere capitale di provincia.

 

 

VIII sec. d.C.

 

Gli Arabi compiono molte incursioni in Sicilia.

 

Periodo Arabo

827 d.C.

 

In seguito alla rivolta di Eufemio da Messina, capo della flotta bizantina, gli arabi sbarcano a Mazara, iniziando la conquista dell’isola. Dapprima occupano Messina e Palermo (831), quindi Castrogiovanni (Enna, 859 ), Siracusa (872) e Taormina ( 902).Si sviluppa in Sicilia la civiltà musulmana. Rifioriscono i commerci le industrie e l’agricoltura, e vengono eseguiti grandi lavori idraulici.  

 

 

965

 

L'isola è interamente sottomessa solo alla fine del secolo IX°

La presenza araba sarà fondamentale non soltanto per l'Isola, perché la civiltà arabo-sicula sarà eccezionale stimolo artistico e letterario, un sapere che si irradierà in un 'area culturale molto più vasta, ma anche tecnologiche daranno origine al cosiddetto "giardino mediterraneo" ad agrumi.

La Sicilia viene divisa amministrativamente in tre valli:Val di Mazara nella parte centro-occidentale, Val Dèmone nella parte orientale-settentrionale, Val di Noto nella parte orientale-meridionale.

 

Periodo Normanno

1061

 

Le diverse dinastie arabe non riescono a costituire una organica struttura statale in Sicilia; pertanto con la caduta dei Kalbiti si spezza decisamente l'unita' dell'isola, che viene ad essere suddivisa tra vari signori locali,spesso in lotta fra di loro.

A causa di una contesa fra i "Kaid" di Catania e di Siracusa, sono chiamati in Sicilia, i Normanni di Ruggero di Altavilla,  che ben conoscono la situazione politico-militare dell'Isola, per essersi da poco stabiliti a Messina, guidati da conte vassallo  Roberto il Guiscardo.

 

 

1071

 

I Normanni sconfiggono i Musulmani nella battaglia di Cerami.

s’impadroniscono di Catania (1071)e l’anno seguente di Palermo.

 

 

1087

 

Ruggero, fratello di Roberto occupa Siracusa, Caltanissetta, Licata, e Castrogiovanni.

 

 

1091

Con la conquista di Noto e di Butera ultime piazze saracene i Normanni completano l'acquisizione dell'isola.

Ruggero favorisce la convivenza dei vari popoli dell’isola (Latini, Greci e Arabi) e fonda le prime colonie lombarde ( Novara, Piazza, Nicosia e Aidone).

 

1097

 

Ruggero riceve dal papa Urbano II l'Apostolica Legazìa con la quale ha facoltà di nominare direttamente tutti i vescovi Siciliani.

 

 

1113

 

Questa politica perseguita dal suo successore e figlio Ruggero II (1113-1154),porta il regno a grande splendore, soprattutto,grazie alla politica di tolleranza e convivenza delle varie etnie e fedi religiose.

 

 

1130

Ruggero II,  è incoronato a Palermo re di Sicilia. Il regno comprende oltre all’isola, il ducato di Puglia.

I Normanni contribuiscono a formare uno stato moderno, che supera il modello feudale piramidale (re, vassalli, valvassori, valvassini).Il re comanda attraverso un apparato di funzionari statali e il Parlamento controlla il re attraverso le rappresentanze nobiliari ed ecclesiastiche, nonché attraverso il braccio demaniale ovvero le rappresentanze delle città libere non facenti parte di feudi baronali o vescovili.

 

1144

 

Viene creato il primo catasto urbano e rurale della sicilia.

 

 

1154

 

Alla morte di Ruggero II gli succede il figlio Guglielmo I  il Malo, soprannominato il Malo per la sua crudeltà. Durante il suo regno si hanno le prime ribellioni dei baroni.

 

 

1172

 

Guglielmo II il Buono (1172-1189) diventa il nuovo re di sicilia: Un re apprezzato per la sua tolleranza.

 

  1186  

Guglielmo II, non avendo eredi permette il matrimonio tra Costanza d'Altavilla ( figlia di Ruggero II ed erede indiretta) ed Enrico VI di Svevia (figlio di Federico Barbarossa).

 

  1194 Alla morte di Guglielmo II la corona della Sicilia passa dalla monarchia normanna a quella Sveva.Enrico VI regna con spietatezza, annientando i suoi avversari politici, contrastato dal partito "nazionale" di Tancredi, figlio illegittimo di Ruggero II.
  1198  

Morto Enrico VI, Federico II di Svevia diviene re di Sicilia ( con il nome di Federico I), ma poiché Federico è ancora minorenne la Sicilia è retta prima da Costanza di Altavilla moglie di Enrico sesto,che  morendo affida il figlio Federico II e il regno alla reggenza di papa Innocenzo  III.

assunto la piena autorità Federico restaura i poteri dello stato indeboliti dalla reggenza. 

 

  1220  

Federico II è eletto imperatore. Il regno di Sicilia rimane però il centro della sua attività politica. Alla sua corte convengono da ogni parte eruditi e letterati. Palermo capitale di alto prestigio, diviene il crocevia di attività scientifiche, artistiche e sociali che illumineranno per molti anni la coscienza dei popoli europei. Gli stessi Dante e Petrarca testimoniano esplicitamente che alla corte di Federico nacque la letteratura italiana, che trovò i suoi presupposti nella "scuola poetica siciliana".

Sotto Federico confluiscono tre civiltà:quella latino-germanica, quella siculo-normanna e quella araba.

 

Inoltre Federico II dota la Sicilia di una formidabile rete difensiva, edificando i castelli Ursino a Catania, Maniace di Siracusa, ma anche i castelli di Augusta e Salemi.

 

  1233  

Messina e altre città si ribellano a Federico II per difendere le loro autonomie.

 

  1250  

Morto il grande re-imperatore (1250) , gli succede il Manfredi, figlio naturale. Segue un periodo di lotte, quelle portate da Pietro Ruffo che vuole imporre una signoria personale e quelle condotte dalla Curia a seguito della volontà papale di sciogliersi dalla morsa Sveva sia da Nord che da Sud.

 

  1258  

Nonostante le intenzioni papali, Il Parlamento "Siculorum" incorona re Manfredi.

 

  1266  

Papa Clemente IV tuttavia sostiene il conte francese Carlo d'Angiò (fratello di Luigi IX) contro Manfredi, per la conquista della corona del Regno di Sicili.Manfredi viene sconfitto e ucciso a Benevento (in Campania ) il 26 febbraio 1266.

Sconfitto Manfredi , Carlo D’Angio’ ,  s’impadronisce dell’isola, avuta in feudo da papa Clemente quarto.

I Siciliani, ciononostante, non accettano la sconfitta in terra campana e, per lealtà verso gli Svevi, chiamano come loro re Corradino, figlio di Corrado di Svevia.

 

Periodo angioino

1268  

Carlo D'Angio'  con un agguerrito esercito, dopo avere sconfitto Corradino a Tagliagozzo (in Abruzzo) il 13 agosto 1268, si impadronisce dell'Isola, con grande efferatezza inviando il suo luogotenente, Guglielmo l'Etendart, ed esercitando da questo momento sulla Sicilia un potere vassatorio.

 

  1270  

Carlo I D'Angiò, viene in Sicilia per la prima ed unica volta nel corso dei suoi 12 anni di regno, di passaggio per recarsi alla Crociata, dove nel 1277 assumerà il titolo di re di Gerusalemme.

Carlo I d'Angio' trasferisce la capitale da Palermo a Napoli, suscitando il malcontento.

Applica un'avida politica fiscale per finanziare le imprese militari alla conquista di Gerusalemme.

 

Periodo Aragonese

1282  

Oppressi da Carlo d’Angio'’ , i palermitani prima e, poi, tutti i siciliani si ribellano al dominio francese e cacciano gli Angioini dall’isola ("Rivoluzione del Vespro" ). Da menzionare è il grande apporto che in questa rivolta forniscono le donne siciliane (offese dagli atteggiamenti pretestuosi della soldataglia francese, che le perquisisce per evitare che portino armi).

Pietro III d’Aragona, chiamato dagli insorti, è eletto re di Sicilia. Il quale dovrebbe battere Carlo I sul terreno neutro di Bordoux.

Con  la guerra del Vespro inizia un lungo periodo di lotte che viene ricordato come la Guerra dei Novant'anni (1282-1372)

 

  1285  

Nel 1285 morti i protagonisti della guerra (papa Martino IV, CarloI D'Angiò e Pietro III d'Aragona) i Siciliani eleggono re Giacomo II d'Aragona, subendo così una scomunica di popolo inflitta da papa Onorio IV.

 

  1302  

Con  la pace di Caltabellotta tra Angioni e Aragonesi (31 agosto 1302), si chiude il periodo della guerra dei novant'anni.La Sicilia dovrebbe passare definitivamente agli Aragonesi.

Federico III d'Aragona viene ufficialmente nominato Re di Trinacria.

L'isola tuttavia continua ad essere contesa fra Angioini e Aragonesi, poiché la pace non viene osservata. La guerra continua sotto la monarchia di Pietro IV (1337-1342) e di Ludovico I (1342-1355).

 

  1347  

Con la pace di Catania (8 novembre 1347).Gli Angioni rinunciano ancora una volta alla sovranità dell'isola; mentre i Siciliani si impegnano a non oltrepassare lo stretto ed di invadere il Regno di Napoli.

L'anarchia dei vari signorotti feudali, favorisce la quasi totale riconquista da parte degli Angioini, anche se con lo "scacco di Catania" (in cui i Siciliani nella battaglia navale di Ognina rovesciano le sorti militari) la guerra continua stancamente fino al 1372, quando viene siglata la pace ad Avignone, residenza dei Papi.

 

  1372  

La pace di Avignone (20 agosto 1372 ) conclude la guerra dei Novant'anni, segnando così il distacco definitivo del Regno di Napoli dal Regno di Sicilia (una divisione che durerà fino al 1816 quando i Borboni unificheranno le due corone, fondando il Regno delle due Sicilie).

 

  1377  

Tra feroci lotte interne, guerre e ribellioni popolari, la presenza degli spagnoli dura per secoli e in qualche modo ritarda, secondo molti storici, lo sviluppo culturale e sociale dell'isola.

Nel 1377 fino al 1392 scoppia una guerra civile da parte dei baroni contro il Governo dei quattro Vicari (le potenti famiglie Alagona, Chiaramonte, Peralta, Ventimiglia), per la detenzione del potere in nome della quindicenne Maria d'Aragona figlia del deceduto re Federico IV.

 

  1392  

Martino I d'Aragona sposa Maria e le lotte intestine si placano.

 

  1409  

Alla morte di Martino I d'Aragona succede (caso più unico che raro) suo padre Martino II d'Aragona che regna solo un anno e muore senza eredi.

 

  1412 La Sicilia entra a far parte del regno di Ferdinando di Castiglia( nipote di Martino II), seguendo ormai le sorti della monarchia spagnola. Inizia così il periodo spagnolo della storia siciliana, detta Età dei viceré, perché il governo del territorio fu esercitato dalla Spagna per il tramite dei viceré e non vi fu più sovrano che venne nell'Isola, se si esclude Carlo V nel 1535 (per soli tre mesi).

Gli avvenimenti successivi in Sicilia sono una lunga sequenza di tumulti e di cospirazioni da parte di notabili e popolani che traggono motivo dalle mutate condizioni delle strutture economiche e politiche in Europa e nel bacino del Mediterraneo.

1414  

Sotto il dominio spagnolo è introdotto il Tribunale dell'Inquisizione( 1413), avviene lo sfratto degli ebrei e la perdita dei privilegi del parlamento siciliano. Si inasprisce la riscossione dei tributi e si diffonde la corruzione, che prenderà il nome di spagnolismo.

 

  1517  

Gian Luca Squarcialupo organizza a Palermo una congiura popolare antimonarchica, repressa dai baroni.

  1556  

L’Imperatore Carlo quinto divide il suo impero tra il fratello Ferdinando e il figlio Filippo II, al quale vanno la Sicilia e gli altri possedimenti d’Italia.

  1647  

A Palermo, l’artigiano Giuseppe d’Alessi capeggia un’insurrezione popolare, domata ferocemente dalla nobiltà

  1669  

Una spaventosa eruzione dell’Etna distrugge alcuni quartieri di Catania e le borgate di Nicolosi, Malpasso e Massa Annunziata.

  1674  

Con la protezione di Luigi XIV, scoppia a Messina una rivolta antispagnola. La repressione che segue è violentissima:i capi della sommossa sono giustiziati, la città è privata dai suoi privilegi, le imposte sono inasprite, il palazzo municipale è distrutto.

 

  1693  

Catania, Ragusa, Siracusa, Modica, Noto, Augusta, Scicli, Lentini e altri centri minori subiscono un disastroso terremoto.

 

  1713  

Dopo tre secoli di dominio spagnolo, con il trattato di Utrecht, l’isola è assegnata a Vittorio Amedeo II di Savoia  che il 24 dicembre 1713 prende il titolo di re di Sicilia.

Il nuovo governo, oltre che per l'imposizione di un pesante fiscalismo, è ricordato per la famosa Controversia Liparitana (iniziata nel 1711 tra il Vescovo di Lipari unitamente al Papa contro il viceré spagnolo Balbases), continuata fino al 1729.

 

Periodo Austriaco

1720-  

Il generale malcontento antisabaudo permette alla Spagna di riappropriarsi dell'Isola. Ma essendo in corso la Guerra della Quadruplice Alleanza (Francia,Inghilterra,Austria,Olanda contro le mire di espansione spagnole), con il trattato dell'Aja la Spagna, battuta per mare a Pachino dagli inglesi e per terra a Francavilla (Me) dagli Austriaci, è costretta a cedere la Sicilia agli Austriaci.

 

Periodo Borbonico

1734-1735  

L'isola passa agli Austriaci con Carlo VI imperatore. La pressione fiscale non cessa, anzi nuovi "donativi straordinari" vengono chiesti ai siciliani. Gli austriaci incameravano direttamente l'argento che si estraeva dalle miniere di Fiumedinisi (Me) che possiede la facoltà di battere moneta con la sua Zecca.

 

Filippo V, re di Spagna, impegnato nella guerra di successione polacca (1733-1738 )invia in Italia un esercito al comando del figlio Carlo di Borbone che con la battaglia di Bitonto (Bari 1734) si impadronisce del regno di Napoli e con la caduta dell'ultimo presidio austriaco a Messina (9 marzo 1735) anche della terra di sicilia.

l'Isola passa quindi ai Borboni di Spagna, e Carlo III, figlio di Filippo V, diviene re delle due Sicilie.

 

  1759  

Carlo III inizia un'opera riformatrice, che permette di mitigare la pressione fiscale e favorire i commerci.

Limita i poteri dell' Inquisizione e incarica gli stessi Siciliani delle cariche pubbliche isolane.

Alla sua morte nel 1759 succede il figlio Ferdinando IV di Napoli e III di Sicilia, di nove anni , il cui consiglio di tutela è composto anche da Siciliani.

 

  1781  

Il marchese Domenico Caracciolo di Villamaina (1781-1786)  è nominato viceré. Egli promuove vaste riforme limita i poteri dei baroni e sopprime il Tribunale dell’Inquisizione.

 

  1783  

Un grave terremoto sconvolge Messina.

 

  1788  

Il nuovo viceré, principe Francesco D'Aquino di Caramanico (1786-1795), abolisce le "angherie", ovvero i lavori che i contadini prestavano gratuitamente ai signori e le "servitù personali" in linea con le nuove idee propugnate dalla rivoluzione  francese. Lo stesso abolisce anche le monacazioni dei minorenni e dei figli non primogeniti.

 

  1795  

Le idee della Rivoluzione francese si propagano anche in Sicilia e il giurista palermitano Francesco Paolo Di Blasi, reo di una congiura giacobina per l'istaurazione di un governo repubblicano, fu giustiziato con tre compagni a Palermo (20 maggio 1795).

 

  1798  

Di fronte all’avanzata delle truppe francesi del generale Championnet, Ferdinando di Borbone  lascia Napoli e si trasferisce a Palermo, sotto la protezione della flotta inglese(vi mette piede per la prima volta dopo trentanove anni di regno).

Ritorna a Napoli nel 1802 con l'aiuto dell'ammiraglio Orazio Nelson.

 

  1806  

Ferdinando IV cacciato nuovamente da Napoli dai francesi guidati da  Gioacchino Murat si rifugia nuovamente  in Sicilia

L'isola è ormai divenuta una base bellica dell'Inghilterra in guerra contro i Francesi dell'impero napoleonico.

 

  1812  

Lord Bentinck induce re Ferdinando a concedere alla Sicilia la costituzione di tipo inglese che tuttavia, lungi dall’essere espressione del liberalismo del monarca, sancisce il predominio dei baroni nell’isola. La costituzione è formulata dal giurista siciliano Paolo Balsamo di termini Imerese.

 

  1816  

Dopo la tormenta napoleonica e il riaffermarsi a Napoli del potere borbonico, Ferdinando IV di Napoli e III di Sicilia, abolisce la Costituzione concessa nel 1812 ai siciliani(sostenendo di non poter essere re costituzionale a Palermo e sovrano assoluto a Napoli) e il giorno 8 dicembre 1816 con Atto di unione, contro ogni aspirazione di autonomia, la Sicilia viene incorporata con Napoli nel Regno delle Due Sicilie, e posta sotto una amministrazione centralizzata.

 

  1820  

Giunte a Palermo notizie di una  rivoluzione scoppiata a Napoli, il popolo insorge per ottenere l’autonomia dell’isola, mentre Messina e Catania si oppongono a questo programma.L’isola è però sottomessa dal generale Pietro Colletta ( 26 marzo 1821), inviato dal parlamento di Napoli (novembre).

 

  1821  

A Messina il generale Giuseppe Rossaroll tenta invano di impedire l’occupazione austriaca dell’isola.

 

  1825  

Muore Ferdinando e gli succede il figlio Francesco I che siede in trono fino al 1830

 

  1837

Il colera miete in Sicilia migliaia di vittime. Moti insurrezionali scoppiano a Catania e a Siracusa, ma sono sedati con inaudita ferocia dal ministro di polizia marchese Del Carretto.

 

1847

Fallisce a Messina un tentativo d’insurrezione (1°settembre).

 

1848

 

Il 12 gennaio 1848 Palermo, prima che altrove nella penisola, viene data la spinta all'indipendenza italiana. Una rivolta popolare, guidata da Rosolio Pilo e Giuseppe La Masa, provoca la fuga delle truppe borboniche che lasciano la Sicilia, pur rimanendo attestati nell'imprendibile Cittadella di Messina.

Si determina così la costituzione di un governo provvisorio e di un nuovo Parlamento preseduto da Ruggero VII.

Viene proclamata l'indipendenza dell'Isola e promulgata una Costituzione di stampo liberale-democratico (il Parlamento è al di sopra del re, il quale non ha più facoltà né di sciogliere né di sospendere le Camere).

In base all' articolo 2 della nuova Costituzione, il 13 aprile 1848 il Parlamento dichiara decaduto Ferdinando II di Borbone, perché re anche di Napoli. Al suo posto è chiamato il duca di Genova Alberto Amedeo di Savoia, secondogenito di Carlo Alberto re di Sardegna.

Nonostante ogni speranza di libertà, le truppe borboniche ritornano in forze, per reprimere l'insurrezione.L'armistizio è firmato il 17 settembre 1848.

 

1849

Ferdinando II concede uno statuto, che viene respinto dai Siciliani e dopo aspre lotte il generale Filangeri sottomette tutta la sicilia alla corte di napoli.Palermo cade il 15 maggio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Regno d'Italia

1860

 

Una rivoluzione popolare guidata dal fontaniere Francesco Riso, scoppia a Palermo il 4 aprile 1848 i rivoltosi si arroccano nel convento della Gancia.

Giuseppe Garibaldi ( convinto all'azione da Francesco Crispi) partito da Quarto presso Genova il 5 maggio 1860 con 1089 patrioti fra i quali 45 Siciliani, sbarca a Marsala l'11 maggio con un numero di uomini ridotto a 752.

Con l'impresa dei "mille" e dei picciotti (circa 10.000 unità) si apre la fase più esaltante del Risorgimento italiano. Il 14 maggio Garibaldi lancia il proclamo di Salemi; il 15 maggio vince a Calatafimi e marcia verso Palermo che conquista il 27 maggio.

 

Il 20 luglio si svolge la battaglia di Milazzo.resiste solo la Cittadella di Messina.

 

Garibaldi il 18 agosto attraversa lo stretto di Messina e passa in Calabria. Il 17 settembre entra vittorioso a Napoli: il governo borbonico è definitivamente sconfitto.

L'unione con il Regno d'Italia è sancita con il Plebiscito del 21 ottobre 1860:i risultati elettorali riportano 432.053 sì contro appena 667 no. Le consultazioni elettorali del 27 gennaio 1861 permisero di eleggere i primi Deputati del Regno d'Italia.

 

Dopo i primi entusiasmi, il periodo post-unitario mette a nudo l'arretratezza socio-economica dell'Isola. La mancata attuazione delle riforme, soprattutto sociali, promesse porta al fiorire del fenomeno del brigantaggio.

I latifondisti si appoggiano alla mafia per mantenere la propria autorità sui contadini.

Sui Siciliani abituati a pagare un'unica imposta progressiva sul reddito, si abbattono una serie di tasse (comunale,provinciale, addizionale, tassa di famiglia, tassa sul macinato, tassa di successione).

Contrariamente agli usi è imposta la circoscrizione militare obbligatoria ( fino ad allora il servizio militare era volontario) e lontano dalla Sicilia.

Viene estesa alla Sicilia la legge Siccardi sull'eversione e la vendita delle proprietà ecclesiastiche.

 

  1866  

Una sommossa di protesta, denominata delle Sette e mezzo, durata dal 15 al 22 settembre 1866 è domata dal Generale Raffaele Cardona.

 

  1871  

Alle masse lavoratrici non rimane che la via dell'emigrazione verso l'America:dal 1871 al 1914 più di un milione di Siciliani abbandona definitivamente l'Isola.

 

  1891-1894  

Nasce nel 1891 il Partito Socialista Siciliano e il movimento a carattere sociale dei Fasci siciliani dei lavoratori.

Lo sfruttamento e  le condizioni di vita dei contadini siciliani sono causa di tumulti, organizzati dai cosiddetti “fasci dei lavoratori”. Il Presidente del consiglio Crispi decreta lo stato d’assedio in tutta l’isola e istituisce un tribunale di guerra che condanna i maggiori esponenti socialisti dei fasci.

 

  1908  

Un gravissimo terremoto distrugge interamente Messina ( ore 5:30 ) provocando migliaia di vittime.

 

  1919-1920  

Hanno luogo, in provincia di Caltanissetta occupazioni di terre da parte dei contadini esasperati per lo stato di cose.

Alla fine della prima guerra mondiale, la politica autarchica fascista determinò una certa ripresa, ma lo scoppio della seconda guerra mondiale portò a un ulteriore abbassamento del reddito.

 

  1922  

Con l'avvento del regime fascista le oligarchie  locali devono adeguarsi ad una maggiore sorveglianza da parte della autorità centrale. Opere pubbliche come strade, ponti, scuole vengono realizzate rapidamente.

Nonostante ciò, nel medesimo periodo, il ritmo di trasformazione risulta inferiore a quello di altre regioni italiane.

 

  1923  

Con un decreto legge che stanzia fondi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto del 1908, che da quindici anni attendono interventi statali idonei alla ricostruzione,la città di Messina.

Mussolini conferisce al prefetto Mori poteri di emergenza per debellare la Mafia. Le pur soddisfacenti operazioni di polizia, tuttavia, non riescono a rimuovere un fenomeno che affonda le proprie radici in complesse cause sociali ed economiche.

 

  1927  

Enna è eretta a capoluogo di provincia.

 

  1933  

Il rafforzamento del potere centrale permette di promulgare leggi sul rimboschimento e la bonifica della terra per varare una pianificazione, che nella maggior parte dei casi rimane sulla carta, che permetta la costruzione di villaggi agricoli, laghi artificiali ed acquedotti.

 

  1940

Lo scoppio della seconda guerra mondiale, che ha come fronte primario il bacino del Mediterraneo danneggia ulteriormente le condizioni dell'isola.

 

1943

 

Per motivi di strategia, l'isola è scelta per lo sbarco su vasta scala (denominato azione Husky), per operare una successiva azione di invasione della penisola italiana.

Nonostante una forte difesa dell'Isola, in quanto a numero di uomini (tuttavia male armati, demotivati e in gran parte debilitati dalla malaria), la notte del 10 luglio 1943 gli alleati sbarcano sulle coste meridionali dell'Isola, tra Licata e la Maddalena (Siracusa).La sera del 10 luglio cade Siracusa, il giorno successivo la base navale di Augusta. Il 20 luglio le truppe della settima armata americana del generale Pattone della ottava armata britannica del Generale Montgomery, hanno conquistato ben due terzi dell'Isola.Palermo e Messina vengono colpite da ripetuti bombardamenti. Il 22 luglio cade Palermo.

Le divisioni italiane Livorno e Napoli e il 14° corpo d'armata tedesco riescono a differire la caduta di Messina fino al 17 agosto.

La caduta della Sicilia è un duro ed irreparabile colpo per il regime fascista, che considerava la Sicilia inespugnabile.I danni causati dal conflitto, soprattutto alle forniture di energia, avranno ripercussioni nella Sicilia del dopoguerra.

 

 Il 3 settembre è firmato a Cassibile l’armistizio tra il governo italiano e gli anglo-americani.

 

  1944  

Aggravati dai fenomeni post-bellici, l'isola vede acuirsi i suoi problemi:quello del banditismo e della mafia.

Acquistano nuova forza i movimenti separatisti, che non trovano tuttavia un vero seguito nell'Isola, come il Movimento per l'indipendenza della Sicilia (MIS), guidato dall'On. Andrea Finocchiaro Aprile, fiancheggiato dall'Esercito Volontario per l'Indipendenza Siciliana( EVIS), guidato da Concetto Gallo.I separatisti chiedono al governo alleato l'autonomia dall'Italia.

 

  1946

Il 15 maggio 1946 il governo italiano promulga con un decreto, convertito in legge il 26 febbraio 1948, lo Statuto,che sancisce per la Sicilia un autonomia regionale a Statuto speciale. questo Statuto a tutt'oggi non è mai stato integralmente applicato.

L'intervento dello Stato permette la costruzione di strade, e opere pubbliche. E' creata la Cassa del Mezzogiorno, al fine di finanziare i progetti industriali e agricoli del Sud.

Si tenta la strada di una riforma agraria e la costruzione di villaggi agricoli per la coltivazione intensiva di appezzamenti di terreno che suddividono l'originario latifondo estensivo.

Le scelte vengono fatte sulla base di considerazioni di ordine politico, più che tecnico, e nella maggior parte dei casi si dimostreranno fallimentari.

  1947

Nell'aprile del 1947 viene eletto il primo Parlamento regionale.

La recrudescenza del banditismo, mette in atto clamorosi fatti di violenza, come la strage perpetrata da Salvatore Giuliano il primo maggio 1947 a Portella delle Ginestre

  1950   Muore Salvatore Giuliano 
  1968

Una scossa sismica con epicentro nella valle del Belice provoca danni gravissimi in provincia di Agrigento e di Trapani (gennaio).

  1977  La Regione Siciliana è l'unica Regione italiana (insieme alle province autonome di Trento e Bolzano) a cui lo Stato italiano trasferisce le competenze primarie in materia di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale. Per effetto di questo trasferimento-contenuto nello statuto autonomistico del 1946, ma realizzato solo nel 1977/78 in seguito all'emanazione dei decreti presidenziali n.635/75 e n.637/75- in Sicilia l'ente Regione ha poteri diretti d'intervento nel settore dei beni culturali, in ordine sia alle politiche di conservazione sia a quelle per la valorizzazione delle risorse culturali dell'Isola (L.R. 80/77).
   

Continua....